Mi limito a parlare di gita, in quanto le prestazioni agonistiche sono state tutt'altro che da incorniciare. Presa la carta fra le mani mi limito a correre in avanti senza avere cognizione esatta di dove sto andando. Mi trovo inoltre disorientato da un rettangolo punterellato nei pressi della lanterna 1 che mi confonde e che non capisco. Verrò a sapere solo più tardi da una delle mie allenatrici preferite (la Giada) che si tratta di un cambio di vegetazione. Ma se avevo visto questo simbolo usato spesso fra una zona a prato ed una a bosco, non lo avevo visto mai all'interno di un bosco di pari gradazione. Il risultato è che mi trovo a pascolare nell'area di gara senza una meta precisa. Solo l'incontro con Ema partito 8 min dopo di me sarà salvifico per la mia classifica, ma non certo per il mio orgoglio di orientista. Una gara da buttare, passata sotto le sue ali protettrici. A seguirlo, meglio ad arrancare nell'inseguimento. Più tardi si unirà a noi un ragazzo dell'Arco di Carta che era venuto fin da Genova per gareggiare assieme a Stefano, il suo presidentissimo (sono dei pazzi questi genovesi a farsi 4 ore di viaggio per una garetta regionale in trentino!)
Dal punto 1 eviterò di commentare la gara perchè non l'ho fatta io. Vi lascio quindi una cartina del tracciato e qualche foto scattata sul lago di Caldonazzo dove siamo andati a rinfrescarci il pomeriggio.
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