Ringrazio il gruppo ER TEAM per la carta di gara, sulla quale ho cercato di mettere quello che è stato il mio più probabile percorso di gara. Fra la 17 e la 18 avrei preferito mettere una zona bianca perchè nella mia mente ci sono stati sei minuti di vero black-out. Mi sono ritrovato perso per i vicoli di Venezia senza più una meta. Non sapevo dove andare, ne tanto meno che fare. Nessuno attorno a me era in grado di darmi qualche informazione. L'unico che mi ha saputo dire qualche cosa, ha pronunciato il nome di una calle. Come se per un orientista potesse significare qualche cosa!
In questa gara più che privilegiare le scelte corte, ho cercato tratte lineari e semplici anche se questo in alcuni casi poteva significare allungarle. Ma il rischio di un errore nella città lagunare è sempre molto alto e io volevo rischiare il meno possibile. A delle tratte iniziali molto veloci, il tracciatore ha fatto seguire una zona centrale più tecnica. che ha richiesto un cambio di ritmo ed una lettura della carta molto più accurata.
Ero quasi riuscito a passare questi punti incolune pur tenendo dei ritmi molto alti, quando ...
... quella maledetta lanterna 17 che mi ha fatto perdere la testa in uscita. Molto probabilmente ho dimenticato di girare la carta, ma vai poi a sapere cos'è successo.
Un problema grosso, quest'anno, è stata la molta gente presente lungo il percorso. Alternare la vista fra la carta e la gente che continuamente ti si para davanti è molto difficile e spesso sconcentra da una attenta e sicura lettura della mappa.
Nel complesso mi ritengo abbastanza soddisfatto della mia prestazione, anche se non del tempo complessivo, viziato da quel grave errore che ho fin qui più volte riportato. E poi Venezia è sempre magica e speciale. Solo che da quando pratico questo magnifico sport non riesco più a gustarla con la lentezza e la tranquillità che meriterebbe. Anche una volta finita la gara, mi rimane quel vizio di percorrerla frettolosamente col dito puntato sulla mappa. Certo così facendo si scoprono squarci unici ed altrimenti inesplorati della città. Ma debbo anche imparare a gustarli con attimi di tranquillità.
In questa gara più che privilegiare le scelte corte, ho cercato tratte lineari e semplici anche se questo in alcuni casi poteva significare allungarle. Ma il rischio di un errore nella città lagunare è sempre molto alto e io volevo rischiare il meno possibile. A delle tratte iniziali molto veloci, il tracciatore ha fatto seguire una zona centrale più tecnica. che ha richiesto un cambio di ritmo ed una lettura della carta molto più accurata.
Ero quasi riuscito a passare questi punti incolune pur tenendo dei ritmi molto alti, quando ...
... quella maledetta lanterna 17 che mi ha fatto perdere la testa in uscita. Molto probabilmente ho dimenticato di girare la carta, ma vai poi a sapere cos'è successo.
Un problema grosso, quest'anno, è stata la molta gente presente lungo il percorso. Alternare la vista fra la carta e la gente che continuamente ti si para davanti è molto difficile e spesso sconcentra da una attenta e sicura lettura della mappa.
Nel complesso mi ritengo abbastanza soddisfatto della mia prestazione, anche se non del tempo complessivo, viziato da quel grave errore che ho fin qui più volte riportato. E poi Venezia è sempre magica e speciale. Solo che da quando pratico questo magnifico sport non riesco più a gustarla con la lentezza e la tranquillità che meriterebbe. Anche una volta finita la gara, mi rimane quel vizio di percorrerla frettolosamente col dito puntato sulla mappa. Certo così facendo si scoprono squarci unici ed altrimenti inesplorati della città. Ma debbo anche imparare a gustarli con attimi di tranquillità.
1 commento:
Per lo svarione 17/18 c'è solo una spiegazione... il culo di una bella turista o orientista nordica che ti ha trascinato nele calli della perdizione...
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