Siccome rientrare da una vacanza mercoledì non era abbastanza, mi sono concesso un week end all'estero subito dopo. In questo caso a darmi l'occasione della gita è stata la prima vera gara di corsa orientamento della stagione, la Lipica Open.
Sveglia all'alba e via verso la nostra meta, Krajna Vas, ad una decina di minuti da Trieste appena dopo il confine triestino. Quando ci siamo presentati in zona gara eravamo i primi, fatti salvo i campeggiatori che erano venuti con calma il giorno precedente. Come a dire che un'oretta in più la si poteva dormire. Anche se è sempre meglio prendersi per tempo che fare le corse all'ultimo.
L'esperienza della due giorni è stata senza dubbio positiva anche se per nulla brillante dal punto di vista cronometrico. Ho preso in mano una carta in gara dopo parecchio tempo. Ho esordito in MA ed ho scoperto mio malgrado i terreni dolinici caratterizzati da profonde buche al posto delle a noi più consone collinette.
Prendere in mano la carta mi da subito problemi e alla seconda lanterna non trovo di meglio da fare che correre in costa invece di affrontare il fronte comodamente da sopra. Poi non ritrovandomi devo risalire il fronte per rilocalizzarmi. Al punto 7 mi sono perso e sono riuscito a salvarmi solamente trovando di culo il punto 8. Punzonata la 9 invece sono andato in panico completo. Mi sono infatti trovato davanti inaspettatamente una tratta da 1,2 km. Come fare ad affrontarla? La cosa più intelligente che mi è passata per la mente è stata quella di inseguire Tommaso del US Primiero. Correva deciso e sicuro nella direzione giusta! Solo che quando si ferma a punzonare una lanterna capisco che qualcosa non torna. Solitamente infatti Tommaso fa la M20 che corrispondeva alla mia. Eppure questa volta si è iscritto nella sua categoria, la M18 ed allora la carta non corrisponde più. E nella foga dell'inseguimento non sono neppure riuscito a vedere con esattezza dove mi trovassi. Quindi mi trovo perso in un posto non ben definito della carta di gara, senza la possibilità di avanzare, ne la capacità di tornare sui miei passi. La mia salvezza la devo ad una giovane e carina ragazza francese che mi compare davanti completamente insanguinata ed infangata. Dopo che mi sono sincerato delle sue condizioni le chiedo dove mi trovo e lei mi rilocalizza molto gentilmente. A questo punto, ringraziata la ragazza non mi resta che proseguire nell'epica impresa di raggiungere la lanterna numero 70, la mia decima. Un errore di un minuto lo commetto anche uscendo in direzione sbagliata dalla 13 ma oramai la gara è sulla parte aperta e meno tecnica della mappa e la gara procede spedita fino a punzonare il sospirato finish dopo 1h e 17 min.
Per il futuro che verrà (pensiero post Lavarone)
6 giorni fa
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