Il week end appena passato è di quelli ghiotti. Qualcuno pensa addirittura di improvvisarsi in un trittico di gare interessantissimo con una ciaspol-o (poi annullata), seguita dalla notturna di Venezia sabato sera e dalla gara di sci-o a Ziano la mattina della domenica. Io propendo per partecipare alle ultime due ed il divertimento è assicurato.
Coinvolgente ed affascinante è la notturna di Venezia, una gara a cui agnognavo da un po' di tempo, ma che per diversi motivi non sono mai riuscito a fare. Gli scorci che passano davanti agli occhi sono unici. Ed il fascino di questo luogo è reso ancora più magico dalle luci soffuse e fioche che lasciano trasparire un gioco di chiaro scuro particolarissimo.
Giusto il tempo per rivedere gli amici orientisti del veneto dopo la “pausa” invernale ed è già l'ora della partenza. La gara, valida come gara regionale veneta, presenta al via un discreto numero di atleti di livello e ciò rende la sfida ancora più interessante. Non ci si può quindi concedere alcun errore o esitazione. Ed è obbligo dosare le energie perchè i 7,7 km di gara sono lunghi da gestire, soprattutto ad inizio stagione, quando le gambe sono ancora dure dagli ultimi allenamenti e non hanno la fluidità e la condizione di qualche mese fa, soprattutto dopo lo stop forzato di un paio di mesi dovuto ad una infiammazione tendinea.
Comunque le sensazioni prendendo in mano la carta sono buone. Anche se risolvere il rebus di Venezia non è mai facile, trovo le lanterne velocemente e con sicurezza aiutato in alcuni casi dalla potente lampada della Silva che illumina a giorno le comunque chiare calli veneziane, accecando in qualche caso diversi passanti e turisti che si divertivano a vedere quella strana gente correre e che con il loro incitamento mi spronavano a dare il massimo.
Verso la lanterna n. 8 accuso uno sbandamento e vado lungo. La carta a 5000 mi confonde un po' le idee, visto che lo standard per le mappe della citta dei dogi è una 7500. Ma questo errore è anche sintomatico di una stanchezza mentale e di una difficoltà a tenere la concentrazione che lo stop invernale ha contribuito a generare. Allora capisco che è il caso di fare scelte semplici e lineari, anche a costo di allungare i km. Intanto le gambe sembrano reggere l'urto del continuo succedersi di ponti.
Non commetto grossi errori, ma il percorso è macchiato da diverse imprecisioni. Emblematico è il caso della 19. Mi accingo ad attaccarla, quando non trovo più il ponte che mi doveva portare alla lanterna e all'ultimo sono costretto ad un lungo giro per andare a punzonare.
Alla fine sono soddisfatto della mia performance. Ho notato che non ero l'unico ad avere un po' di lentezza nelle gambe ed difficoltà nella concentrazione sulla lettura della carta. Solo Le Rose, vincitore di giornata, e Jabr sembrano aver mantenuto la forma autunnale. Visioli e Dario, rispettivamente secondo e terzo in MA, pur con delle prestazioni maiuscole, non hanno saputo avvicinare la prestazione di novembre e ciò mi consola. E l'ottavo posto finale mi rende soddisfatto. Positiva anche la performance dei due nuovi acquisti del Panda, Giuliana e Francesco che hanno ben figurato in mezzo a queste calli.
Giusto il tempo del riposo di una notte e si torna all'orienteering. Questa volta però si tratta di gareggiare con gli sci ai piedi. Non conoscendo il mio stato di forma mi ero precauzionalmente iscritto in MB e penso che la scelta non sia stata affatto sbagliata. Un po' di stanchezza dalla gara del giorno prima si sente ancore nelle gambe.
L'errore di giornata ci scappa subito, ancora prima di infilare la carta nel leggio. Sbaglio orario di partenza e mi presento al via con qualche minuto di ritardo. Con uno strato di un paio di cm di neve fresca sulle piste capisco che recuperare sarà tutt'altro che semplice. Anche perchè Matteo Tait che pure commette qualche errore ha un altro passo ed Alexander vincitore di giornata ero riuscito a batterlo al Velon anche grazie ad un suo grave errore. Ed infatti alla fine mi stanno tutti e due davanti.
Sebbene la gara risulti abbastanza scorrevole, con prevalenza di piste larghe, la parte centrale nel bosco è micidiale. I sentieri stretti e ghiacciati che si inerpicano verso la cima non mi permettono di avanzare verso l'alto, ne di frenare scendendo. Nei prati invece la neve è decisamente migliore ed anche il fuori pista risulta abbastanza agevole. Alla fine mi consolo per la performance con una bottiglia di buon teroldego offertomi sul podio dall'organizzazione e che ho assaporato a casa di Andrea davanti ad un buon pranzo che nel frattempo ci ciamo fatti preparare dalla Nadia.